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Un benvenuto a te che sei entrato nel mio blog. Questo spazio nasce come resoconto del corso di Psicologia dell’apprendimento multimediale tenuto dal prof. Stani Smiraglia e dalla Dott.ssa Daria Grimaldi presso l’Università degli Studi di Cassino nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione e dell’e-learning. Oltre alle lezioni verranno fatti degli approfondimenti ad esse collegate e riportati i compiti assegnati in aula. Il titolo del blog rimanda all’approccio a cui facciamo riferimento, quello costruttivista, e agli strumenti utilizzati, le tecnologie multimediali. Auguro una piacevole navigazione……..
La dipendenza sessuale da Internet
Di seguito un articolo molto interessante che ha come tema
la dipendenza sessuale da Internet assessment-cybersexual-addiction
Il sito di riferimento è humantrainer
Cyberbullismo: quando la molestia arriva dalla rete
Abbiamo parlato di cyberspazio e di Internet Addiction.
Ma cosa succede quando in questo spazio digitale entra il fenomeno BULLISMO? leggi quest’articolo interessante scaricato da Opsonline…..Cyberbullismo: quando la molestia arriva dalla rete.
Cosa abbiamo costruito?
Salve a tutti! Come avevo già anticipato in uno dei post di qualche settimana fa, ho caricato la mia mappa del corso di Psicologia dell’apprendimento multimediale. Ormai siamo arrivati quasi al termine e urge una sistematizzazione delle conoscenze. E’ arrivato il momento di chiudere il nostro ciclo, iniziato attraverso: un processo di socializzazione, che ci ha permesso di condividere la conoscenza tacita; un processo di esternalizzazione, attraverso il quale la nostra conoscenza tacita si è articolata in concetti espliciti; un processo di combianzione grazie al quale i vecchi concetti sono stati combianati con quelli nuovi; infine un processo di internalizzazione che, come dice la parola stessa, consente di interiorizzare le conoscenze acquisite. In conclusione dovremmo aver costruito una nuova conoscenza. Ci saremo riuscite? Per verificarlo ciascuna di noi ha creato una mappa concettuale. Questa è la mia!!
Come prima cosa vorrei chiarire che non ho utilizzato Cmap, il software on-line consigliato da Alessia, bensì Inspiration, ovvero il software con cui abbiamo lavorato anche a lezione. Ho infatti “scoperto” la versione di prova gratuita per 30 giorni. In realtà esistono tanti programmi per creare mappe multimediali on-line, ma alla fine ho optato per Inspiration perchè, nonostante sia in inglese, è molto semplice da utilizzare.Precisato ciò vorrei spiegare la mappa e i collegamenti presenti in essa. Come si può ben notare dai colori e dalle forme, ho seguito il consiglio della dottoressa Grimaldi e ho distinto nella mappa i contesti (forma ovale e colore giallo), le implicazioni (forma rettangolare e colore verde) e gli strumenti (forma romboide e colore fucsia).
Il punto di riferimento del mio ragionamento sono gli apprendimenti multimediali, in quanto rappresentano l’oggetto di studio del nostro corso. Di fatti, ciascun argomento affrontato ruota, è finalizzato e produce apprendimento multimediale. Questa mia affermazione spero si possa comprendere meglio nel corso della spiegazione della mia mappa, la quale vede come punto di partenza il cyberspazio. Non poteva essere altrimenti visto che “tutto contiene e tanto produce” ed è in questo spazio virtuale che il web 1.0 si è evoluto nel web 2.0, il quale ha permesso agli utenti di partecipare in maniera attiva pubblicando i propri contenuti. In sostanza nel web 2.0 l’utente non fruisce solo dell’informazione ma è anche il creatore di quest’ultima; ragion per cui il web 2.0 ha permesso e favorito la condivisione, la collaborazione e la costruzione di nuova conoscenza. Tali circostanze hanno portato alla creazione dei social media, ovvero delle tecnologie multimediali, degli strumenti multimediali (come Youtube,Wikipedia, Twitter, Facebook, Flickr e i blog) attraverso i quali gli utenti possono comunicare tra loro (collegamento alla CMC). Tra questi distinguiamo Facebook e Twitter che sono anche dei Social Network in quanto non consentono solo la comunicazione ma nascono proprio con la finalità di creare una rete sociale. Quindi esiste una sostanziale differenza tra Social media e Social Network. I Social Media, in generale, hanno quindi permesso la collaborazione e la condivisione della conoscenza. Dobbiamo infatti precisare che se fino a qualche anno fa la nostra poteva definirsi solo la Società dell’Informazione, oggi è soprattutto una Società della Conoscenza, in quanto il “cittadino” non può soltanto fruire dell’informazione, ma può anche, e soprattutto, costruire nuova conoscenza (per questo, vorrei precisare che la Società della Conoscenza, nella mia ottica, è intesa non solo come contesto ma anche come implicazione). L’utilizzo dei social media sta aumentando notevolmente. Le percentuali del loro utilizzo sono sempre più alte, anche all’interno della scuola e dell’università. Tant’è che oggi è cambiato il modo di fare didattica e di conseguenza anche il modo di apprendere. Esemplare è il nostro corso blended (lezione in aula accompagnate da lavoro on-line) dove si è scelto di utilizzare per la didattica multimediale, il blog (strumento dell’intelligenza connettiva), utile al nostro docente e alla nostra tutor per studiare il nostro apprendimento (che come tale è un apprendimento multimediale). Le tecnologie multimediali hanno prodotto la cosiddetta Digital Divide. Quest’ultima è il risultato del divario tra coloro che possiedono le tecnologie e coloro che non le possiedono, tra coloro che sono in grado e coloro che non sono in grado di utilizzare le tecnologie e tra coloro che sono in grado di elaborare le informazioni acquisite e operare a livello metacognitivo e coloro che non sono in grado di farlo. Si tratta quindi di differenze cuturali, educative, psicologiche e pedagogiche che hanno portato ad accentuare la distanza tra immigrati digitali (coloro che sono nati nell’analogico e stanno vivendo il passaggio, in alcuni casi traumatico, dall’analogico al digitale) e nativi digitali (coloro che sono nati nel digitale, la generazione dei multi-task). Sostanzialmente immigrati digitali e nativi digitali apprendono in modo differente (da ciò si spiega il collegamento di nativi, immigrati e didattica con gli apprendimenti multimediali). Naturalmente per studiare gli apprendimenti ci avvaliamo di teorie dell’apprendimento multimediale. Il contesto di riferimento per le Teorie è quello psicologico. Parlando di didattica multimediale e di tecnologie multimediali, in un mio post, ho sviluppato un parallelismo tra queste ultime e intelligenze multiple. Questo perchè, a mio avviso, la didattica multimediale e quindi gli strumenti multimediali, permettono al discente di esprimere se stesso a seconda delle proprie capacità, abilità ed attitudini (vedi intelligenze multiple di Gardner). Ancora una volta il contesto di riferimento è quello psicologico, dove si collocano anche i discorsi relativi all’intelligenza connettiva, alle identità Fluide e alle Internet Addiction. Questi ultimi due concetti sono collegati al cyberspazio. Lo spazio virtuale, infatti, può essere considerato come un tentativo di annullare il limite del reale e vivere oltre il nostro corpo. In rete, contrariamente al solito, noi conosciamo prima l’anima, la mente, e poi (e qualche volta mai) il corpo della persona. Basti pensare alle esperienza fatte attraverso la posta elettronica, la chat, i forum. Questa separazione tra mente e corpo produce identità fluide, identità multiple, identità digitali, nel senso che attraverso la rete l’individuo può ri-creare la propria identità o crearne addirittura molte a seconda di chi si trova “di fronte”. Questo è possibile perchè la CMC riduce la comunicazione a puro scambio di dati, senza l’involucro di metamessaggi, senza la possibilità di interpretare il linguaggio del corpo. Ho collegato la CMC al cyberspazio e ai Social media e quindi al concetto di collaborazione e condivisione in quanto in questo modo dovrebbe essere chiaro che la CMC va inteso comu un nuovo modo di comunicare, una modalità comunicativa che implica modi nuovi e diversi di relazionarsi. Ritornando al cyberspazio, quest’ultimo può anche essere pericoloso e portare a patologie attraverso la perdita del senso della realtà e dell’azione. L’importante è ovviamente preservare la nostra facoltà di discernamento tra reale e immaginario, concreto ed astratto. Il mio ragionamento quindi parte e si conclude con il cyberspazio che “tutto include e tanto produce”.
Spero che sia abbastanza chiaro dalla mappa il collegamento che ho voluto creare tra tre ambiti disciplinari quali quello psicologico, quello tecnologico e quello formativo. In quanto uno strumento multimediale può essere uno strumento formativo là dove permette di indagare i principi e i processi alla base dell’apprendimento. Credo ormai che non si possa più trascurare che gli studenti di oggi non apprendono più solo a scuola, ovvero il loro bagaglio culturale non è costituito più solo ed esclusivamente dalle informazioni acquisite attraverso i libri. Tutto ciò che ci circonda produce apprendimento e l’individuo, a maggior ragione i giovani, apprendono anche attraverso la rete e attraverso gli strumenti multimediali e quindi attraverso la condivisione della conoscenza. A maggior ragione gli insegnanti devono prendere coscienza di ciò e organizzare una didattica e favorire un apprendimento che sia funzionale alle necessità e al modo di essere degli studenti.
Consigli dal mondo Facebook
A Ambroselli Moana Anna piace |
Come qualsiasi altra cosa, bisogna prima conoscere per giudicare. Di certo la mia non era una crociata (vedi quella portata avanti dall’arcivescovo Vincent Nichols nell’estate 2009 contro posta elettonica, sms e social networks) contro Facebook. In questi giorni infatti sono spesso su Facebook e finalmente ho trovato qualcosa di interessante, sicuramente per molti si rivelerà come la “scoperta dell’acqua calda” ma per altri, perchè no, potrebbe essere utile…..Mi riferisco alla possibilità di creare un Badge “mi piace” ovvero delle tue pagine preferite per rimanere aggiornato delle novità. Un esempio è quello che ho creato qui sopra in riferimento alla Comunità italiana di supporto al software exelearning. Mi è sembrato carino condividerlo con voi……
14^lezione – 4 maggio/15^ lezione – 5 maggio
Essendo ormai quasi arrivato a conclusione il nostro corso in apprendimenti multimediali, in queste ultime due lezioni abbiamo cercato di “sistemare” gli argomenti trattati, a lezione e non, attraverso una mappa cognitiva. Utilizzando la procedura del Brainstorming abbiamo raccolto tutte le informazioni e, grazie al supporto di un software per la creazione di mappe concettuali (Inspiration), abbiamo dato vita alla nostra mappa in comune. Successivamente ciascuna di noi ha abbozzato la propria mappa con un altro supporto, questa volta analogico, la lavagna!!! A lezione non eravamo tutte ma credo che, almeno noi che eravamo presenti, abbiamo chiari gli argomenti affrontati e quelli proposti da ciascuna di noi nei rispettivi blog. Le uniche difficoltà ci sono state nel momento in cui abbiamo dovuto connettere tra loro gli argomenti a seconda del rapporto (causa/effetto, concausa, semplice relazione) e stabile quali di essi potevano definirsi strumenti, quali contesti, quali implicazioni. Il problema, penso, sia stato più che altro mettersi d’accordo tra noi, problema che credo si sia risolto nel momento in cui ciascuna di noi ha spiegato il proprio abbozzo di mappa alla lavagna. Per quanto mi riguarda l’unica mia confusione era in riferimento alla differenza tra social media e social Network, ormai del tutto chiarita. Nei prossimi giorni caricherò la mia mappa concettuale del corso. Intanto rimando le mie colleghe che non sono state presenti al post di Alessia, nel quale ha inserito delle utili informazioni sui software on-line (da scaricare gratuitamente) per realizzare la mappa concettuale.
L’uomo, un “animale digitale”?
Questo post nasce come riflessione all’articolo di Giuseppe O.Longo pubblicato sul blog del corso di Psicologia dell’apprendimento multimediale.
L’uomo ha sempre sentito forte dentro di sè la necessità di relazionarsi con l’altro. Un’esigenza forse connaturata alla stessa natura umana e al suo essere un “animale sociale”, ma sicuramente dovuta, anche e soprattutto, alla necessità di riconoscersi e riconoscere l’altro. La parola, la comunicazione, è sempre stata un modo per entrare in contatto con l’altro e costruire insieme “un senso comune”. I modi attraverso i quali l’uomo si è messo in comunicazione con l’altro uomo, sono cambiati nel corso del tempo e questi cambiamenti ci hanno fatto capire come in realtà la comunicazione non è un qualcosa di semplice e lineare, bensì qualcosa di molto complesso, un “fare problematico” per dirla con le parole di Giorgio Colli. Partendo dalla comunicazione oscura e verticale dell’ Oracolo in epoca arcaica, siamo passati a quella pseudo-orizzontale dei grandi poemi omerici, fino ad arrivare ad una comunicazione orizzontale, ma non poco complicata, con la nascita della democrazia. E oggi? Come possiamo definire la comunicazione di oggi? Sicuramente nella Società della Conoscenza e dell’Informazione la parola chiave, l’aggettivo che può essere affiancato a qualsiasi parola, è DIGITALE. La comunicazione è digitale, i nuovi nati sono digitali, in modo di pensare è digitale, la nostra identità è digitale. Ma cosa comporta questa digitalizzazione? Possiamo rispondere andando ad analizzare i due aspetti della comunicazione, ovvero la comunicazione come trasmissione di informazioni e la comunicazione come relazione con l’altro. Come prima cosa possiamo dire che, se è vero che in questa nostra Società della Conoscenza e dell’Informazione tutti possiamo accedere alle informazioni, è anche vero che oggi siamo bombardati dalle informazioni; questo comporta che non si fa in tempo a elaborare le informazioni acquisite che subito ce ne troviamo delle altre, che magari contraddicono o approfondiscono quelle precedenti, mentre invece, prima dell’era digitale ,doveva passare almeno un pò di tempo dalla pubblicazione di un libro affinchè si potessero avere degli aggiornamenti sul tema trattato. Ma se la comunicazione è anche relazione con l’altro, dove l’altro è fatto non solo di mente ma anche di corpo, è anche vero che, come dice Longo “la comunicazione si riduce a un puro scambio di dati, senza l’involucro di metamessaggi”, in quanto non abbiamo, tramite lo schermo, la possibilità di esprimere ed interpretare il linguaggio del corpo (non sempre le emoticons sono così “espressive”).
Ma l’aspetto maggiormente importante è forse legato alla IDENTITA’. Già nel commento al post di Roberta mi era sorto un dubbio. Non ho parlato esplicitamente di identità ma ho concluso il commento con una domanda: quando scriviamo in rete siamo veramente come siamo? O anche: la persona con cui parliamo è veramente così come ce la immaginiamo, appare o si descrive? In fondo in rete ciascuno di noi può crearsi una sua identità, anzi, anche più di una. La rete infatti è colma di identità multiple, di persone che si presentano con identità differenti, mascherando il loro sesso, la loro età, la loro provenienza culturale. Si hanno sempre di più, in rete, identità ibride, identità virtuali, e un’identità virtuale non necessariamente corrisponde a un’identità reale.
11^ lezione – 20 aprile 2010
Salve a tutti! Oggi a lezione abbiamo nuovamente visionato i nostri PowerPoint. Sembra incredibile ma nonostante le numerose lezioni ci sono ancora delle difficoltà. Queste riguardano, più che i contenuti, il processo. In effetti, come già abbiamo sottolineato nelle primissime lezioni, nella nostra Società dell’Informazione e della Conoscenza, siamo continuamente bombardati dalle informazioni: tutti possiamo accedervi. Il problema quindi non è trovare informazioni, tant’è che tutte noi siamo riuscite a trovare il materiale su cui lavorare. Le difficoltà sono arrivate nel momento in cui dovevamo elaborare le informazioni e “dar vita” alla nostra presentazione. Discutendo in aula alcune di noi hanno espresso le loro perplessità e queste riguardavano soprattutto l’organizzare e il mettere insieme le informazioni acquisite. Da qui le domande: da dove comincio? Come fare una presentazione efficace che contenga le regole per una presentazione efficace? Devo applicarle queste regole mentre le espongo?
Ci si ripropone, quindi, la questione che abbiamo evidenziato a lezione di Tecnologie dell’istruzione con il prof. Antonio Cartelli quando abbiamo parlato di Digital Divided. Quest’ultima infatti non proviene soltanto dalla separazione tra chi ha accesso e chi non ha accesso alle tecnologie, non è il frutto esclusivamente del divario tra quanti sanno utilizzare le tecnologie e quanti invece non sono in grado di farlo, ma piuttosto (e soprattutto) la Digital Divided è dovuta alla separazione tra quanti sono in grado di elaborare i contenuti informativi e operare a livello meta-cognitivo e coloro che non lo sono.
Gli errori più frequenti sono stati essenzialmente:
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mancanza dei riferimenti bibliografici o sitografici: nessuna di noi si è preoccupata di inserire le fonti;
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mancanza di un indice, che avrebbe permesso agli spettatori di aver ben chiaro cosa si sarebbe affrontato nella presentazione;
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mancanza di un titolo per ciascuna slide.
A parte questi errori “tecnici”, se così li possiamo chiamare, l’osservazione fatta dalla dott.ssa Grimaldi verteva su un altro aspetto: la maggiorparte delle nostre presentazioni si riduceva a una copia delle presentazioni delle colleghe o comunque di quelle visionate su slideshare o linkate sui rispettivi blog. Sostanzialmente…..CREATIVITA’ ZERO. In effetti credo che uno dei problemi che emerge quasi ogni giorno è proprio quello legato alla creatività. Apro una piccola parentesi. Tra i corsi che seguiamo all’università vi è quello di Psicologia della Creatività, con la pro.ssa Rosella Tomassoni. In una delle ultime lezioni abbiamo fatto degli esercizi di creatività dai quali è emerso che la nostra creatività è abbastanza ridotta. Gli esercizi consistevano nell’immaginare cosa era stato tagliato in ciascuna immagine proposta. All’inizio nessuna di noi si buttava ad indovinare poi pian piano ci siamo sciolte. Altri esercizi invece consistevano nella risoluzione di “indovinelli” che non hanno fatto altro che dimostrare di come tutte quante siamo “imbrigliate” nei nostri schemi mentali. Questa piccola parentesi era solo un modo per puntare i riflettori su uno dei due problemi che secondo me ci ha limitato nel compito assegnatoci. Ricapitolando le difficoltà, secondo me, sono state due, e sono legate al PROCESSO e alla CREATIVITA’.
A questo punto mi farebbe piacere sapere cosa ne pensano le mie colleghe: se condividono lo stesso pensiero oppure loro hanno incontrato altre difficoltà.
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